Dhaka, 14 marzo 2025 – Con la risposta umanitaria alla crisi dei Rohingya che affronta gravi carenze di finanziamento e il cambiamento delle priorità globali, la necessità di un impegno internazionale rinnovato e sostenuto non è mai stata così urgente.
Mentre il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres visita il Bangladesh, noi, le Organizzazioni Non Governative Internazionali (INGO) che operano in Bangladesh, chiediamo un’azione immediata e coordinata per sostenere l’assistenza umanitaria, le strategie di risposta innovative e una missione dedicata che garantisca stabilità e dignità per oltre un milione di rifugiati Rohingya e le comunità ospitanti a Cox’s Bazar, in Bangladesh.
I gravi tagli ai finanziamenti hanno ridotto le razioni di oltre la metà, con effetto da aprile, peggiorando le pressioni economiche e le tensioni sociali nelle comunità ospitanti. I servizi essenziali – tra cui cibo e nutrizione, WASH (acqua, servizi igienico-sanitari e igiene), protezione, rifugio e mezzi di sussistenza – sono gravemente compromessi. Senza riforme urgenti e una strategia a lungo termine, questa crisi rischia di diventare insostenibile e profondamente radicata.
Ora, giunta all’ottavo anno, la crisi dei Rohingya continua a mettere a dura prova le risorse del Bangladesh mentre gli impegni dei donatori diminuiscono a causa delle crisi globali. Affrontare questa crisi richiede un dialogo regolare e a livello alto tra le Nazioni Unite, il Governo del Bangladesh, i partner per lo sviluppo, le INGO, le ONG locali e gli attori internazionali chiave. Il modello attuale di aiuti deve evolversi in un approccio più sostenibile, a lungo termine e basato sulla resilienza, integrando i mezzi di sussistenza, la formazione professionale e le opportunità economiche sia per i rifugiati Rohingya che per le comunità ospitanti. Un approccio Triple Nexus, che colleghi l’aiuto umanitario, lo sviluppo e la costruzione della pace, è cruciale per ridurre la dipendenza e promuovere l’autosufficienza.
Le ONG Internazionali – ACF, ActionAid, Cordaid, Concern Worldwide, DRC, Handicap International, International Rescue Committee, Islamic Relief, Oxfam, Plan International, Save the Children e World Vision – sollecitano la comunità internazionale a intensificare il supporto prima che la situazione peggiori ulteriormente. Il mondo non può permettersi di lasciare che una delle crisi di rifugiati più grandi del nostro tempo scompaia dall’attenzione globale. È il momento di un’azione globale audace e decisiva per garantire un futuro sostenibile in cui i rifugiati Rohingya e le comunità ospitanti non siano lasciati nel limbo, ma siano capaci di riappropriarsi dei loro diritti e della loro dignità.
Con questa dichiarazione, Hasina Rahman, Rappresentante dell’INGO presso il Gruppo Esecutivo Strategico per la Risposta ai Rohingya e Direttrice Nazionale dell’IRC, ha dichiarato:
“La crisi dei Rohingya non è solo una crisi di risorse, ma una crisi di volontà politica. Le Nazioni Unite e la comunità internazionale devono garantire un sostegno costante e investire in soluzioni a lungo termine.”
Farah Kabir, Direttrice Nazionale di ActionAid Bangladesh, ha riferito:
“Senza un’azione immediata e decisiva, rischiamo di permettere alla crisi dei Rohingya di diventare una tragedia dimenticata. Un approccio centrato sulla persona, che garantisca opportunità di sussistenza, competenze e istruzione, è la strada da seguire.”
“I Rohingya non sono solo numeri in un database—sono esseri umani. Dato il carattere prolungato di questa crisi, sollecitiamo gli attori globali a considerare una missione strutturata e dedicata per guidare una risposta sostenibile”, ha detto Ashish Damle, Direttore Nazionale di Oxfam in Bangladesh.
Mentre il supporto umanitario rimane essenziale, la soluzione ultima risiede nel ritorno sicuro, volontario e dignitoso dei Rohingya in Myanmar. Questo processo richiede sforzi diplomatici internazionali più forti, garantendo che il Myanmar riconosca i diritti dei Rohingya, garantisca la loro sicurezza e crei le condizioni favorevoli al loro ritorno. L’impegno regionale e globale deve essere intensificato per proteggere le comunità Rohingya, tutelare i loro diritti ed esplorare vie sostenibili, comprese le opzioni di reinsediamento.
“Metà delle persone nei campi profughi sono donne e ragazze, mentre più di 500.000 bambini stanno crescendo nell’incertezza. Il mondo deve stare accanto a queste persone finché non riusciremo ad assicurare un rimpatrio sicuro e dignitoso”, ha detto Kabita Bose, Direttrice Nazionale di Plan International Bangladesh.