60€ possono fornire cibo per una famiglia durante un'emergenza
90€ possono fornire un aiuto alle famiglie per acquistare beni essenziali durante un'emergenza
180€ possono fornire un rifugio a due famiglie durante un'emergenza
Inserisci un altro importo
“Chiunque salvi una vita umana, è come se salvasse l’intera umanità.”
(Corano 5:32)
Islamic Relief ha l’obiettivo di essere la prima organizzazione sul campo quando si presenta un’emergenza. Le comunità colpite non possono permettersi di aspettare che raccogliamo fondi per poter prestargli aiuto, per cui è essenziale per noi essere preparati prima che il disastro colpisca. Quando si verificano inondazioni, crisi di siccità o terremoti, noi ci siamo: forniamo cibo, acqua, riparo, medicine e altri beni essenziali alle famiglie che hanno perso tutto.
Emergenze umanitarie: focus attuale
Allerta ciclone Mocha
Il ciclone Mocha è giunto nella regione del Golfo del Bengala, colpendo il Bangladesh e il Myanmar.
La costa sud-orientale del Bangladesh, compresa Cox’s Bazar, è stata colpita da forti venti di tempesta tropicale.
In Myanmar, si registrano 3 morti, causati dal ciclone, e intere comunità si stanno rifugiando sui terreni più alti e in altre aree più sicure.
Con una donazione al Fondo Generale delle Emergenze, puoi aiutare a potenziare la nostra risposta a sostegno delle comunità colpite in Myanmar.
Gli attacchi su Gaza causano la morte di 33 palestinesi
Sale a 33 vittime il bilancio dei morti causati dagli ultimi attacchi israeliani, su Gaza e si contano 147 feriti. 51 case sono state completamente distrutte e circa 49 sono parzialmente danneggiate, causando lo sfollamento di circa 250 palestinesi
Islamic Relief ha distribuito forniture mediche agli ospedali della Striscia di Gaza e fornito circa 1.000 pacchi di alimenti freschi a famiglie vulnerabili nel governatorato meridionale di Khan-Younis.
Con una piccola donazione mensile puoi aiutarci ad essere pronti a rispondere all’emergenza a Gaza
La violenza in Sudan si intensifica
Il paese è stato scosso dalla violenza, a causa dei combattimenti scoppiati il 15 aprile, costringendo i civili a rifugiarsi nelle proprie case, in cerca di sicurezza.
Più di 500 persone sono state uccise e altre migliaia ferite da quando sono scoppiati i combattimenti. Tuttavia, il numero di vittime effettive dovrebbe essere molto più elevato poiché le comunicazioni sono state gravemente compromesse.
Nel 2023, i bisogni umanitari in tutto il Sudan hanno raggiunto livelli record, con 15.8 milioni di persone, circa un terzo della popolazione totale, che necessita di assistenza umanitaria.
Il Sudan ha anche uno dei tassi più alti al mondo di malnutrizione, con circa 4 milioni di bambini sotto i cinque anni e donne in gravidanza e che allattano.
Molte famiglie non possono permettersi di acquistare cibo poiché il deprezzamento della valuta sudanese, così come l’impatto della guerra in Ucraina e la crisi politica del Sudan, hanno fatto salire alle stelle i prezzi. Gli alimenti di base come il sorgo e il miglio sono aumentati del 700% negli ultimi anni e del 60% in più rispetto a un anno fa.
Islamic Relief è sul campo
Islamic Relief lavora in Sudan da quasi 40 anni e rimane al fianco delle famiglie coinvolte nella violenza.
Con una piccola donazione mensile puoi aiutarci ad essere pronti a rispondere ad emergenze come questa
Emergenze umanitarie recenti
La terra trema in Siria
Lunedì 6 febbraio, due forti scosse di magnitudo 7.8 e 7.5 hanno colpito le regioni del sud-est della Turchia e del nord-ovest della Siria. Circa 30 milioni di persone sono state colpite dal disastro in Turchia e 10.9 milioni in Siria.
Questi sono i peggiori terremoti che hanno colpito la Siria in più di 100 anni.
Decine di migliaia di persone sono rimaste ferite in tutta la Siria, e in Turchia, con molte altre intrappolate tra le macerie a seguito del terrificante crollo di quasi 85.000 edifici.
Molte delle persone colpite hanno già sofferto gli anni della violenta crisi all’interno della Siria, peggiorando ulteriormente la loro situazione.
Islamic Relief è sul campo
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Pakistan: forti piogge monsoniche e inondazioni improvvise
Lo scorso anno il Pakistan, è stato colpito dalle peggiori piogge monsoniche degli ultimi 30 anni, costringendo centinaia di migliaia di persone a fuggire dalle proprie case, in cerca di riparo.
Più di 1.700 persone sono morte dall’inizio delle inondazioni nel giugno del 2022, tra cui più di 640 bambini, mentre almeno 12.000 persone sono rimaste ferite e in milioni sono stati sfollati.
Islamic Relief è sul campo
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Pakistan: incendio nella provincia del Sindh
Nella notte di lunedì 18 aprile è scoppiato un incendio in un villaggio del distretto di Dadu, nella provincia del Sindh. Il villaggio comprende circa 150 famiglie, che vivono in capanne con tetti di paglia. Secondo quanto riferito, l’incendio è scoppiato nella cucina di una delle capanne ed ha subito inghiottito l’intero villaggio, poiché non c’era abbastanza acqua per spegnere le fiamme. Inoltre, in quest’area remota del Paese non erano disponibili autopompe.
Sono stati segnalati nove decessi (otto bambini e una donna). Più di una dozzina di persone, compresi bambini, hanno subito ustioni e sono state curate nell’ospedale pubblico di Larkana. I resoconti dei media indicano anche che 160 animali sono morti a causa dell’incidente.
Islamic Relief Pakistan ha schierato un team di risposta ai disastri nell’area e, grazie alle donazioni a favore del nostro fondo per le emergenze, i nostri team hanno risposto al disastro.
Somaliland: incendio del mercato di Hargeisa
Nel cuore di Somaliland, ad Hargeisa, un grosso incendio ha colpito il mercato e si espande velocemente in tutta l’area, colpendo migliaia di persone.
L’insidioso incendio, iniziato venerdì sera nel mercato Waheen di Hargeisa, è infuriato fino alle prime ore del sabato mattina, con i vigili del fuoco che faticavamo per tenerlo sotto controllo.
Fino al 60% del PIL del Somaliland, e metà dell’economia della città, è stato distrutto dall’incendio, mettendo a rischio la vita di tanti.
Tragicamente, si stima che circa 500.000 – 700.000 famiglie siano state colpite dall’incendio, ed i prezzi delle materie prime sono aumentati come conseguenza diretta dell’incendio.
Islamic Relief è sul campo
Islamic Relief lavora in Somaliland dal 2008. Siamo sul campo anche ora, per fornire aiuti urgenti alle persone colpite da questo incidente.
Islamic Relief ha risposto fornendo supporto finanziario, tra cui progetti di microcredito rivolti ai lavoratori del mercato Waheen, per aiutarli a recuperare i loro mezzi di sussistenza, così come buoni in denaro ai più vulnerabili, per acquistare beni essenziali. Abbiamo anche fornito formazione sulla mitigazione del rischio a coloro che lavorano nel mercato, per prevenire e limitare i danni di catastrofi future.
€100 possono fornire una sovvenzione in contanti per una famiglia per l’acquisto di beni essenziali per un mese
Terremoto nel Belucistan
Un potente terremoto di magnitudo 5,9 ha colpito Harnai, nel Belucistan – Pakistan orientale – ad ottobre dello scorso anno.
41 persone sono morte a causa del devastante terremoto e 200 persone sono rimaste ferite. Centinaia di case, ponti e strade sono stati gravemente danneggiati e le frane causate dal terremoto stanno limitando l’accesso ai villaggi colpiti.
Il distretto di Harnai, già alle prese con povertà estrema e risorse limitate, ha più che mai bisogno di assistenza e di aiuti di emergenza.
I mezzi di sussistenza delle comunità locali sono a rischio, poiché nell’area colpita si trovano progetti di Islamic Relief che consentono agli agricoltori di ottenere una migliore sicurezza alimentare. La gente di Harnai ha disperatamente bisogno del nostro sostegno per sopravvivere all’impatto di questa tragedia.
Islamic Relief è sul campo
Islamic Relief ha fornito aiuti urgenti alle vittime, soccorrendo i feriti e organizzato per le persone bisognose l’accesso all’acqua pulita e agli ospedali vicini.
Il tuo sostegno costante potrebbe salvare vite nel momento in cui ce n’è più bisogno
Emergenza inondazioni Sudan e Sud Sudan
Inondazioni improvvise hanno colpito diversi stati del Sudan e del Sud Sudan alla fine di luglio 2021. Centinaia di case sono state distrutte e ci sono stati ingenti danni al bestiame ed alle infrastrutture. Migliaia di famiglie sono ora sfollate, molte delle quali vivono in spazi pubblici e in campi all’aperto. Le comunità, già in difficoltà a causa della crisi economica esacerbata dal Covid-19, delle epidemie e la grave carenza di cibo, si trovano ora a dover affrontare un’ulteriore crisi. Almeno 1,3 milioni di persone affrontano alti livelli di insicurezza alimentare.
Gli stati più colpiti sono Sennar, Gadaref e Gezera. Con i livelli d’acqua che continuano a salire in molti stati, è previsto un peggioramento della situazione.
Islamic Relief Sudan sta implementando attività per mitigare gli effetti delle inondazioni e ridurre ulteriori danni. Ci sono piani per raggiungere 120.000 persone nelle aree più colpite e fornire cibo, acqua, servizi igienici e articoli non alimentari, attualmente identificati come i bisogni principali.
Incendio nel campo profughi Rohingya
Un incendio nei campi profughi Rohingya in Bangladesh ha colpito quasi 100.000 persone.
Le persone hanno cercato rifugio nei campi vicini, nei rifugi di famiglia e amici, nei centri di apprendimento e nei siti di transito dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR).
Tuttavia, ci sono anche persone che sono state costrette a passare la notte sul ciglio della strada e nei campi, all’aperto.
Islamic Relief ha partecipato ad una valutazione dei bisogni e ha inviato personale da Dhaka a Cox’s Bazar per sostenere la risposta all’emergenza.
Ci siamo concentrati sulla fornitura di una serie di aiuti fondamentali per la comunità, tra cui:
Articoli non alimentari
Strutture di emergenza per l’acqua, servizi igienico-sanitari e kit igienici (WASH).
Rifugi temporanei
Crisi alimentare in Sud Sudan
Il Sud Sudan sta affrontando una profonda crisi umanitaria, esacerbata dalla pandemia. Le Nazioni Unite avvertono che il 60% delle persone è “sempre più affamato”. La grave carenza di cibo e gli effetti del Covid-19 stanno peggiorando una situazione già catastrofica mentre il Sud Sudan lotta per riprendersi da cinque anni di guerra che hanno ucciso quasi 400.000 persone.
L’ONU avverte che il 60% delle persone è “sempre più affamato”
I gravi bisogni umanitari in tutto il paese sono peggiorati notevolmente a causa di una combinazione di inondazioni, sfollamenti e violenze prolungate.
Islamic Relief Sud Sudan ha implementato una risposta globale, dopo aver identificato i bisogni principali, come il cibo, l’acqua, i servizi igienico-sanitari e gli articoli non alimentari, e sta concentrando i propri sforzi nelle aree di Tonj North e Terekeka County, nello Stato equatoriale centrale, che sono le zone più colpite.
Conflitto nella regione del Tigray, Etiopia
L’escalation del conflitto nella regione del Tigray, in Etiopia, ha causato un’ingente numero di vittime, mentre decine di migliaia di persone vulnerabili fuggono dalle loro case in cerca di sicurezza.
In una regione già messa a dura prova da crisi umanitarie, questo conflitto minaccia la sopravvivenza di oltre 2 milioni di persone, comprese le popolazioni di rifugiati già presenti nell’area e le famiglie sfollate.
Con l’aumento delle tensioni, si prevede che altre decine di migliaia di persone attraverseranno la regione di Afar in Etiopia, dove Islamic Relief è presente, e si prevede che 100.000 persone attraverseranno il Sudan.
Islamic Relief ha lavorato nei punti di ingresso e nei campi in Sudan per aiutare ad accogliere il grande flusso di rifugiati che giungono nel Paese. I nostri team in Etiopia monitorano continuamente la situazione per fornire supporto e soccorso.
Le donazioni al nostro fondo per le emergenze ci aiuteranno a rispondere rapidamente in caso di calamità e a preparare le comunità a potenziali disastri.
Dona ora e aiutaci a salvare vite.
Oltre il 90% dei decessi dovuti a calamità naturali si verifica nei paesi in via di sviluppo
Le emergenze mettono in pericolo intere comunità, con effetti devastanti a lungo termine. Il nostro Fondo Globale per le Emergenze serve ad aiutarci a rispondere agli eventi il più rapidamente possibile, entro 72 ore, e assistere le comunità colpite nel percorso di recupero, in modo da poter ricostruire le loro vite.
Il cambiamento climatico colpisce sempre più comunità in tutto il mondo, lasciando intere famiglie e comunità in balia degli effetti di disastri naturali.
Con un accesso limitato o nullo ad acqua pulita, riparo, elettricità o cibo, le vite delle famiglie colpite vengono sconvolte.
In caso di conflitto, sempre più persone sono costrette a lasciare le loro case poiché la violenza costringe le famiglie a fuggire e a lasciarsi tutto alle spalle. Purtroppo, però, sono i più poveri i più vulnerabili agli effetti dei conflitti e dei disastri naturali e climatici.
Queste comunità hanno una minore resilienza e un minore accesso a risorse salvavita come sistemi di allerta precoce o rifugi antisismici, e mancano di servizi sanitari e educativi sufficienti.
Risposta alle emergenze, resilienza e recupero
Per mantenere le comunità al sicuro, le aiutiamo a prepararsi a potenziali disastri e, se dovesse verificarsi una tragedia, siamo subito pronti a rispondere. Dopo la prima fase di crisi, rimaniamo a fianco delle comunità per aiutarle a riprendersi ed a rialzarsi. Ecco come:
Resilienza: sviluppiamo piani di sicurezza nelle scuole, sosteniamo l’uso di codici edilizi, promuoviamo la tecnologia adattativa al clima e piantiamo alberi nelle aree colpite dai cicloni
Risposta: Quando si verifica un’emergenza forniamo cibo, acqua, riparo, medicine, kit igienici, set da cucina, secchi, coperte, teloni e tende
Recupero: costruiamo rifugi, riabilitiamo i punti d’acqua esistenti, forniamo assistenza al sostentamento, sosteniamo gli orfani, forniamo istruzione informale e offriamo supporto psicosociale
Donando al nostro Fondo per le Emergenze, puoi aiutarci ad avere un fondo di emergenza che può essere utilizzato per preparare le comunità ai disastri, in modo da ridurne l’impatto, quando si verificano. Le comunità in questo modo sono in grado di rispondere immediatamente e, con il sostegno di Islamic Relief, a salvare e ricostruire vite, proprio nel momento in cui ce n’è più bisogno, senza dover aspettare che i nostri team lancino appelli d’emergenza per raccogliere donazioni:
“Le donazioni al Fondo globale per le emergenze forniscono un’ancora di salvezza alle comunità che hanno bisogno di un aiuto immediato a causa di inondazioni e altre emergenze minori o localizzate”, afferma Tufail Hussain (Direttore ad Islamic Relief UK). “La loro situazione potrebbe non attirare i titoli di giornali internazionale, ma siamo consapevoli delle loro esigenze grazie alla nostra presenza sul campo”.
Sostieni la nostra risposta alle emergenze con una donazione mensile. Dona ora e aiutaci a salvare vite.
Salvando vite dal 1984
Ad Islamic Relief, stiamo salvando vite in più di 40 paesi in tutto il mondo. Nelle zone di conflitto come la Siria e lo Yemen, siamo sul campo e raggiungiamo aree inaccessibili a moltissime altre organizzazioni internazionali e locali.
Dall’inizio del conflitto in Siria, abbiamo fornito l’incredibile cifra di 326 milioni di euro in aiuti per sostenere le comunità bisognose, oltre a servire le popolazioni di rifugiati nei paesi limitrofi come Libano e Giordania.
Nello Yemen, dove il conflitto continua a distruggere una nazione già in difficoltà, siamo sul campo in 19 dei 22 governatorati del Paese, fornendo aiuti alimentari essenziali alle famiglie a rischio di carestia, che devono affrontare una grave insicurezza alimentare.
Nei paesi colpiti da inondazioni come il Bangladesh, stiamo aiutando le comunità a riprendersi e a diventare resilienti contro i disastri. Stiamo alzando le basi delle case, in modo che l’acqua non le raggiunga, proteggendo le comunità per gli anni a venire.
In paesi colpiti dalla siccità come il Niger, stiamo costruendo pozzi di lunga durata e colture vegetali che possano sopravvivere ca climi aridi, in modo che le famiglie non rischino di morire di fame. In tutto il mondo, stiamo servendo intere comunità bisognose: stiamo salvando e trasformando vite.
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