Gaza è in preda alla fame: dopo quasi due mesi di chiusura totale da parte di Israele, i mercati sono vuoti, i bambini sono denutriti e la carestia sta prendendo piede

La risposta umanitaria è ora a un punto critico e l’ingresso urgente degli aiuti è fondamentale

La chiusura illegale e immorale delle rotte di approvvigionamento verso Gaza da parte di Israele è una campagna deliberata per fare morire di fame i civili. Il personale di Islamic Relief sul campo riferisce che la situazione è la peggiore mai vista. Molti bambini passano intere giornate senza mangiare, mentre i camion di aiuti carichi di cibo sono bloccati a poche miglia di distanza.

Carne, frutta, uova e prodotti lattiero-caseari sono quasi impossibili da trovare, e la scarsità di verdura ha fatto salire i prezzi fino a 15 volte rispetto a prima della crisi, in un momento in cui pochissime persone hanno un lavoro o denaro. I quasi 18 mesi di attacchi israeliani hanno distrutto la capacità di Gaza di autoalimentarsi: gran parte delle terre agricole, serre, pescherecci e bestiame sono stati distrutti. Oggi, tutti i civili di Gaza dipendono dagli aiuti umanitari, ma non è stato consentito ad entrare a nessun aiuto umanitario dal 2 marzo.

Un recente sondaggio di 43 agenzie umanitarie a Gaza ha mostrato che il 95% ha dovuto ridurre o sospendere le attività a causa della chiusura totale e dei bombardamenti indiscriminati che hanno ucciso più di 51.000 persone e colpito ospedali e rifugi. Il nostro personale sente quotidianamente racconti terribili di famiglie bruciate vive nelle tende e di bambini mutilati dai bombardamenti.

Il personale di Islamic Relief e i nostri partner stanno facendo tutto il possibile per continuare a portare aiuti, ma la nostra risposta è gravemente compromessa. È sempre più difficile mantenere le forniture di cibo, visto che le scorte si stanno esaurendo. Nell’ultima settimana, abbiamo collaborato con il World Food Programme delle Nazioni Unite (WFP) per distribuire biscotti ad alta energia, barrette di datteri e olio vegetale a oltre 7.000 persone al giorno, ma non basta e non può sostituire pasti completi e nutrienti.

Islamic Relief continua anche a fornire altri aiuti vitali. Stiamo pulendo quotidianamente oltre 60 rifugi per famiglie sfollate, cercando di fermare la diffusione delle malattie nelle condizioni sovraffollate e disperate. Centinaia di migliaia di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case a causa degli ordini militari israeliani, rifugiandosi in aree sempre più ristrette dove non c’è acqua pulita, né servizi igienici funzionanti, né sicurezza. Israele ha dichiarato inaccessibile quasi il 70% di Gaza per i civili, imponendo sfollamenti forzati e creando zone militari off-limits.

Le persone colpite da malnutrizione e malattie non possono accedere a cure sanitarie adeguate, poiché la chiusura israeliana impedisce l’ingresso delle forniture mediche. Anche il carburante è bloccato, costringendo a fermare i generatori necessari per le operazioni salvavita.

È necessario ed è urgente un cessate il fuoco duraturo. Far morire di fame i civili e negare loro gli aiuti è una violazione chiara del diritto internazionale, ma il mondo continua a ignorare la situazione. La mancanza di azione da parte della comunità internazionale rende chiunque complice nell’uso della fame come arma di guerra da parte di Israele.

Le dichiarazioni sono inutili senza azioni concrete, come la fine delle vendite di armi. I governi devono esercitare una reale pressione politica ed economica su Israele, affinché rispetti il diritto internazionale, riapra i varchi e consenta l’ingresso degli aiuti e delle forniture commerciali senza ulteriori ritardi.

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