Beneficenza nell’Islam

“L’ombra del credente nel Giorno della Resurrezione sarà la sua carità.” – Hadith del Profeta, la pace sia su di lui.

Leggendo il Corano – il libro sacro dell’Islam, la Parola di Allah – non si può non rimanere colpiti dal numero di volte in cui ricorre il concetto di carità. Nutrire i poveri ed i bisognosi, sostenere gli orfani, i parenti ed i viaggiatori, spendere sulla via di Allah… tutti questi sono riferimenti che sottolineano quanto sia importante la carità per tutti i musulmani.

 

I sentimenti di solidarietà e di compassione per i propri simili sono componenti fondamentali dell’identità islamica. Diversi ahadith (detti del Profeta Muhammad, la pace sia su di lui) si riferiscono a questo profondo sentimento e senso di fratellanza : “nessuno di voi sarà un vero credente finché non amerà per il fratello ciò che ama per sé stesso”; “i credenti nel loro amore reciproco e nella loro reciproca compassione e benevolenza sono simili al corpo umano: quando ne soffre un membro, ne sopravvengono a tutto il corpo insonnia e febbre”. Se un musulmano sente la sofferenza del suo simile, ed augura agli altri lo stesso benessere e la stessa bella vita che desidera per se stesso- sarà un gesto naturale per lui il fare beneficenza, per alleviare questa sofferenza.

Oltre ai benefici indiscutibili per chi riceve la carità, l’islam mette in evidenza anche la necessità spirituale di coloro che vivono in stato di agiatezza, di donare parte delle loro ricchezze in maniera disinteressata ed altruista. Ciò aiuta i musulmani a ricordare che sono umili davanti ad Allah, e che ogni benedizione di cui godono in questa vita proviene da Lui – perciò non devono accumulare le proprie ricchezze, ma riconoscere che Egli desidera per noi l’essere compassionevoli ed il condividere le nostre provviste con i nostri fratelli e sorelle nell’Islam. Infatti, il Corano mette in guardia contro ogni sentimento di vanto, o il rammentare agli altri della carità che si è fatta: ” non vanificate le vostre elemosine rinfacciandole e usando parole offensive” (2:264). Ci ricorda anche che esiste un “diritto riconosciuto, per il bisognoso ed il diseredato” sulla nostra ricchezza (70:24-5), quindi un musulmano, donando i suoi averi, adempie ad un dovere nei confronti dei bisognosi, prevenendo il fatto di diventare orgoglioso della propria generosità.

Nel Corano, Allah descrive coloro che impediscono che gli orfani vengano sostenuti ed i poveri vengano sfamati come “coloro che rifiutano la fede” (107:1-3), mentre sottolinea che la carità dovrebbe essere fatta “nelle prosperità e nelle avversità” (3:134), senza temere per la propria ricchezza, e confidando nel fatto che un sincero atto di beneficenza non può che comportare una ricca ricompensa per il donatore: ” Quelli che donano i loro beni per la causa di Allah, sono come un seme di grano da cui germogliano sette spighe, ognuna delle quali contiene cento chicchi.”(2:261) . Infatti, uno dei cinque pilastri dell’Islam è proprio la zakat, o elemosina (la tassa obbligatoria che un musulmano adulto deve versare ogni anno sulla propria ricchezza, volta a sostenere i poveri ed i bisognosi ), e questo fa della carità un caposaldo indiscutibile della fede.

 

 

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