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Migliaia di altre persone sono rimaste ferite a causa degli attacchi quasi quotidiani contro civili presenti in prossimità di questi luoghi.
Islamic Relief è addolorata dal fatto che civili disperati, sistematicamente affamati dal blocco imposto da Israele, vengano attirati con la promessa di cibo e poi colpiti a morte.
Siamo profondamente addolorati nel confermare che il fratello di uno dei nostri operatori umanitari è stato ucciso mentre cercava di procurarsi della farina per la sua famiglia – inclusa sua moglie e la sua bambina di appena 2 mesi – durante il massacro avvenuto ieri nei pressi di un punto di distribuzione a Khan Younis.
Mentre il nostro collaboratore era impegnato a fornire aiuti umanitari salvavita, suo fratello e i suoi nipoti più giovani sono partiti all’alba per cercare di trovare del cibo. I testimoni raccontano che soldati israeliani, carri armati e droni hanno aperto il fuoco sui civili mentre grandi folle si radunavano intorno ai camion carichi di sacchi di farina.
Nel caos, i familiari si sono separati mentre cercavano un rifugio dagli attacchi. Il nostro operatore umanitario ha passato ore senza riuscire a contattare i suoi parenti, senza sapere se fossero sopravvissuti o se fossero stati uccisi insieme a suo fratello.
L’attacco di ieri contro chi cercava aiuti a Khan Younis è stato finora il più letale – si parla di oltre 50 morti e più di 200 feriti – ma simili attacchi si verificano ormai quasi quotidianamente. È necessaria un’indagine internazionale indipendente su questi attacchi.
Con l’escalation della violenza in tutto il Medio Oriente, i governi internazionali non devono permettere che la sofferenza di Gaza venga dimenticata. Gaza resta il luogo più letale della regione, con attacchi in aumento e centinaia di palestinesi uccisi negli ultimi giorni.
Secondo il diritto internazionale, le persone hanno il diritto di ricevere assistenza umanitaria, eppure Israele continua a impedire l’ingresso di quasi tutti gli aiuti indipendenti. Ben poco cibo riesce a raggiungere la popolazione, e decine di bambini piccoli e anziani sono morti di fame. Gli ospedali hanno esaurito medicinali salvavita e carburante. Articoli essenziali come tende per gli sfollati e attrezzature per la purificazione dell’acqua sono vietati.
Il sistema militarizzato GHF non è finalizzato a fermare la carestia o a fornire aiuti, ma a strumentalizzare l’assistenza umanitaria per rafforzare il controllo israeliano. È un sistema disumano e degradante che viola i principi fondamentali dell’umanitarismo: umanità, indipendenza, neutralità e imparzialità. Sta mettendo a rischio la vita di un numero ancora maggiore di persone.
L’unico modo per fornire aiuti in sicurezza a chi ne ha bisogno è che i governi internazionali esercitino urgentemente una reale pressione su Israele affinché ponga fine all’assedio, riapra tutti i valichi e consenta un accesso umanitario sicuro, ampio e senza ostacoli.