6 Febbraio 2023

Ogni anno, il 6 febbraio, il mondo si unisce per celebrare la Giornata Internazionale della Tolleranza Zero per le Mutilazioni Genitali Femminili (MGF) una pratica che colpisce milioni di ragazze e donne in tutto il mondo, causando danni fisici e psicologici e che viola i loro diritti umani fondamentali.

In molte culture in tutto il mondo, l’E/MGF è spesso intrecciata con il matrimonio precoce, il che rende ancora più difficile spezzare il ciclo del dolore e della sofferenza.

In Somalia, l’E/MGF è una tradizione culturale profondamente radicata, vista come un rito di passaggio alla femminilità. La procedura, che prevede la rimozione parziale o totale dei genitali esterni femminili per motivi non medici, viene solitamente eseguita su ragazze giovani prima della pubertà, rendendola una condizione preliminare per il matrimonio precoce. Questo è stato il caso di Halima, una donna somala di 29 anni, che aveva solo 13 anni quando è stata costretta a sposare un uomo più anziano contro la sua volontà e di sua madre.

Halima ricorda vividamente il giorno del suo matrimonio forzato: Ero solo una bambina quando i miei zii fecero in modo che sposassi un uomo più anziano. Non volevo, ma sentivo di non avere scelta. Mia madre piangeva e li supplicava, ma loro non ascoltavano. Avevano già ricevuto i soldi dallo sposo e si erano rifiutati di restituirli. Quindi, sono stata trasportato in un’altra città, lontano da tutti quelli che conoscevo, per vivere con un uomo che ho incontrato solo quel giorno per la prima volta.”

Conseguenze catastrofiche

La storia di Halima è una realtà devastante, che affrontano molte ragazze in Somalia che sono sottoposte sia all’E/MGF che al matrimonio forzato precoce. Poiché le due pratiche sono strettamente collegate, l’E/MGF è un mezzo per preparare le ragazze al matrimonio e per controllare la loro sessualità. Le conseguenze di queste usanze, tuttavia, sono catastrofiche.

Il trauma fisico di Halima causato dall’E/MGF e dal matrimonio precoce è stato ulteriormente aggravato dagli abusi e dalle violenze che ha subito durante il suo matrimonio. “Ero solo una bambina quando mi sono sposata e non sapevo nulla dell’amore o del matrimonio“, spiega. “Era violento fisicamente ed emotivamente, e mi sentivo in trappola. Non avevo alcun controllo sulla mia vita. Il mio matrimonio precoce e l’E/MGF sono state due delle più grandi ingiustizie che ho dovuto affrontare nella mia vita”.

La storia di Halima evidenzia la continua necessità di agire contro l’E/MGF e i matrimoni precoci. Queste pratiche culturali dannose non colpiscono solo le singole ragazze e donne, ma anche le loro famiglie e comunità. Per affrontare questo problema, è necessario destinare maggiori risorse e sostegno alla protezione dei diritti delle ragazze e delle donne.

Dare forza alle donne attraverso l’istruzione e la sensibilizzazione

Islamic Relief si impegna a sradicare l’E/MGF e i matrimoni precoci in Somalia e in altri paesi dando forza alle donne e alle ragazze attraverso l’istruzione e le risorse, aumentando la consapevolezza sui pericoli di queste pratiche e lavorando insieme per un mondo in cui ogni ragazza possa vivere liberamente senza paura dell’E/MGF e dei matrimoni precoci.

Continua a sostenere il lavoro di Islamic Relief in Somalia e nel mondo per porre fine a queste pratiche dannose e garantire che le ragazze come Halima possano vivere una vita libera dalla violenza e dall’oppressione.

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