Il piano di Israele di militarizzare la distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza rappresenta l’ultimo passo nell’uso della fame come arma di guerra e metterà a rischio molte altre vite civili, afferma Islamic Relief, mentre l’Autorità Palestinese dichiara oggi lo stato di carestia

I bambini stanno morendo di fame, poiché Israele ha bloccato completamente l’ingresso di cibo, medicine e altri beni essenziali a Gaza da oltre due mesi. Ora Israele intende smantellare il sistema attuale di distribuzione degli aiuti e consentire l’accesso solo a individui pre-approvati, in pochi siti nel sud di Gaza pesantemente militarizzati e sorvegliati da personale armato.

Questo impedirà a molte persone estremamente vulnerabili di ricevere aiuti vitali, aggravando una già drammatica violazione dei diritti umani. Il piano darebbe a Israele il controllo totale su chi fornisce e riceve gli aiuti, in un contesto in cui il governo israeliano ha dichiarato più volte la propria intenzione di affamare la popolazione e costringere i palestinesi a lasciare Gaza.

Gli aiuti umanitari devono essere forniti in modo imparziale, indipendente e neutrale a chi ne ha bisogno. Questo piano viola tali principi fondamentali e istituzionalizza l’uso degli aiuti come strumento politico e militare in una strategia di pulizia etnica.

I governi internazionali devono sostenere le organizzazioni umanitarie e respingere con forza questo piano. Devono esigere che Israele garantisca pieno accesso umanitario alle popolazioni in difficoltà, in conformità con i principi umanitari e gli obblighi previsti dal diritto internazionale.

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