Islamic Relief chiede a Israele di porre immediatamente fine alle violenze contro i civili a Gaza e di riaprire i valichi attraverso i quali persone e merci possono entrare e uscire dall’enclave.
Almeno 29 palestinesi, tra cui sei bambini, sono stati uccisi da venerdì sera e Israele ha affermato che prevede di intensificare le operazioni militari nella prossima settimana. Secondo quanto riferito, più di 250 palestinesi sono stati feriti, inclusi molti bambini, e Islamic Relief avverte che ulteriori attacchi aumenteranno inevitabilmente le vittime civili. I gruppi armati palestinesi hanno intensificato il lancio di razzi su Israele dopo l’attentato, ferendo sette israeliani. Islamic Relief condanna tutte le violenze contro i civili.
Muneeb Abu Ghazaleh, responsabile di Islamic Relief a Gaza, afferma:
Abbiamo visto bambini uccisi e case gravemente danneggiate nelle ultime 24 ore. In questo momento i civili a Gaza sono terrorizzati da ciò che accadrà nei prossimi giorni. Sappiamo, dagli anni precedenti, che quando i bombardamenti aumentano, sono soprattutto i civili a essere uccisi, feriti e costretti a lasciare le loro case. Durante i bombardamenti dell’anno scorso, più di un quarto delle vittime erano bambini e migliaia di case, ospedali, scuole e centri sanitari sono stati distrutti o danneggiati.
Oltre ai bombardamenti, nei giorni scorsi Israele ha chiuso i due valichi di Gaza, interrompendo le consegne di carburante, necessario per mantenere in funzione ospedali, sistemi idrici e la fornitura di energia elettrica. Ora la corrente si sta esaurendo, ci troviamo di fronte a interruzioni di corrente di 20 ore al giorno e i servizi pubblici sono a rischio di chiusura.
È fondamentale che la comunità internazionale eserciti pressioni su Israele affinché cessi immediatamente i bombardamenti e riapra i valichi.
Islamic Relief chiede il rispetto del diritto internazionale umanitario, compresi i principi di distinzione, precauzione e proporzionalità. I civili e le infrastrutture civili non devono mai essere presi di mira e non deve essere usata una forza eccessiva e sproporzionata.
L’ultima escalation arriva a poco più di 14 mesi dal cessate il fuoco di maggio 2021 tra Israele e Hamas, dopo 11 giorni di bombardamenti che hanno ucciso almeno 230 palestinesi, inclusi 65 bambini, e ferito più di 1.700. Dieci israeliani sono stati uccisi. Più di 14.000 case palestinesi sono state danneggiate o completamente distrutte. Il cessate il fuoco ha portato una quiete temporanea, ma non è stato fatto nulla per affrontare le cause profonde della crisi, l’ingiustizia e la disuguaglianza, al centro dell’occupazione israeliana in corso. Islamic Relief chiede la fine dell’occupazione israeliana e il blocco di Gaza che ne consegue, e una soluzione duratura che sia radicata nel diritto internazionale e nella giustizia.
La situazione a Gaza è terribile. Il blocco israeliano di 15 anni separa le persone a Gaza dagli altri palestinesi e dal resto del mondo. Impone rigide restrizioni alla circolazione di persone e merci, impedendo alle famiglie di vedersi, paralizzando i servizi essenziali e danneggiando i mercati. Ha trasformato la situazione economica – un tempo vivace – di Gaza, dove l’80% delle persone ora deve fare affidamento sugli aiuti, e molti bambini vanno a dormire affamati. Gaza ora ha alcuni dei tassi di disoccupazione giovanile più alti al mondo.
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Alcune note su Islamic Relief
Islamic Relief è un’agenzia umanitaria, ispirata alla fede, che lavora per trasformare e salvare la vita dei più vulnerabili in più di 40 paesi. Islamic Relief assiste le persone in base al bisogno e non discrimina in alcun modo.
Istituitasi a Birmingham nel 1984 da un gruppo di volontari, abbiamo assistito più di 117 milioni di persone in tutto il mondo. Stiamo salvando vite e consentendo alle persone di uscire dalla povertà in più di 40 paesi: dal Bangladesh alla Bosnia, dal Pakistan alla Palestina, dal Kenya al Kosovo. Islamic Relief è sul campo in alcuni dei luoghi più pericolosi e difficili nel mondo, tra cui la Siria e lo Yemen, per rafforzare le comunità più marginalizzate di fronte a conflitti e disastri naturali, e per costruire un futuro migliore. sosteniamo le persone vulnerabili anche in Italia, in collaborazione con enti di beneficenza e organizzazioni locali.