Mentre il Corno d’Africa affronta gli impatti combinati di una storica siccità, conflitti e crisi economiche, al palazzo di vetro dell’ONU, in occasione di un evento co-organizzato dall’Italia con UNOCHA e altri paesi membri, mercoledì è stato annunciato lo stanziamento di altri 2.4 miliardi di dollari  per fornire assistenza salvavita e di sostegno vitale a quasi 32 milioni di persone in Etiopia, Kenya e Somalia.


La carestia è stata evitata, grazie in parte agli enormi sforzi delle comunità locali, delle organizzazioni umanitarie e delle autorità, nonché al sostegno dei donatori. Di fronte a cinque stagioni di piogge scarse consecutive, più di 30 milioni di persone hanno ricevuto assistenza in Etiopia, Kenya e Somalia.

Ma l’emergenza è tutt’altro che terminata e sono urgentemente necessarie ulteriori risorse per evitare un ritorno allo scenario peggiore.

L’impegno di 2.4 milioni di dollari, è stato preso in occasione di un evento di alto livello tenutosi a New York, co-ospitato dalle Nazioni Unite, Italia, Qatar, Regno Unito e Stati Uniti, in collaborazione con i governi di Etiopia, Kenya e Somalia.

Corno d’Africa: una delle peggiori emergenze climatiche

Il Corno d’Africa è l’epicentro di una delle peggiori emergenze climatiche del mondo. Si stima che circa 43.000 persone siano morte nel 2022 in Somalia, molto probabilmente a causa della siccità, la metà delle quali potrebbero essere bambini sotto i 5 anni. Milioni rimangono sfollati a causa della siccità e dei conflitti.

Nonostante il sollievo portato dalle piogge, si pongono nuovi rischi e sfide. Le inondazioni hanno già causato danni diffusi e colpito almeno 900.000 persone. Altre inondazioni sono previste entro la fine dell’anno, in parte a causa del previsto fenomeno di El Niño, che potrebbe portare a ulteriori sfollamenti, morti e malattie

Waseem Ahmad, CEO di Islamic Relief Worldwide, afferma:

“È vergognoso che gran parte del mondo continui a chiudere un occhio di fronte alle terribili sofferenze nel Corno d’Africa. Le persone nella regione sono incredibilmente resilienti, ma nessuno può far fronte a cinque stagioni piovose fallite consecutive e alla distruzione di tutti i loro mezzi di sussistenza. Le persone che contribuiscono meno al cambiamento climatico, ne stanno subendo le peggiori conseguenze.

“Quando sono arrivati gli aiuti hanno fatto davvero la differenza. Hanno salvato molte vite e  aiutato le agenzie umanitarie a impedire che parti della Somalia cadessero in carestia. Ma troppo spesso arriva troppo poco e troppo tardi. Ora i finanziamenti stanno di nuovo diminuendo e la minaccia della carestia rimane molto reale.

“Sono necessari maggiori investimenti a lungo termine nei mezzi di sussistenza delle persone. Anche se le piogge di quest’anno sono buone, ci vorranno diversi anni prima che agricoltori e pastori ricostituiscano i raccolti e le mandrie e ricostruiscano i loro mezzi di sussistenza. Più velocemente i fondi raggiungono il terreno, più efficaci saranno”.

La comunità umanitaria richiede 7 miliardi di dollari per la risposta umanitaria e la protezione delle persone colpite dalla siccità e dai conflitti nella regione nel 2023.

I fondi annunciati consentiranno alle agenzie umanitarie di sostenere i flussi di aiuti di cibo, acqua, assistenza sanitaria, nutrizione e servizi di protezione.

Lo stato Italiano contribuirà con 70 milioni di euro al piano delle Nazioni Unite

Nel corso della conferenza, i rappresentanti delle organizzazioni non governative, Stati membri ed esperti hanno discusso soluzioni, che vanno dall’investimento a lungo termine nelle persone e nelle infrastrutture a modi alternativi per guadagnarsi da vivere e adattarsi ai cambiamenti climatici.

Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale:

“Ora più che mai, con l’aumento dei bisogni umanitari globali, la nostra azione non può limitarsi a soddisfare i bisogni più immediati, ma dovrebbe anche essere mirata a trovare soluzioni e prevenire un ulteriore deterioramento. La comunità internazionale deve investire ulteriormente nel legame tra azione umanitaria e azione di sviluppo, in modo da garantire che gli interventi sul campo abbiano sia effetti immediati che benefici durevoli”.

Alla fine dei lavori, il viceministro Cirielli, con l’ambasciatore Riccardo Guariglia, Segretario Generale della Farnesina, e l’ambasciatore d’Italia all’Onu Maurizio Massari, ha incontrato i giornalisti dichiarando che si tratta di:

“un grande intervento delle Nazioni Unite su spinta dell’Italia per l’emergenza umanitaria ma anche per la stabilità dell’area molto importante. Con quasi 2.5 miliardi raccolti dai donatori portiamo a casa un risultato significativo non solo dal punto di vista umanitario, ma dai risvolti politici importanti”

Cirielli ha precisato che l’Italia contribuirà con 70 milioni di euro al piano delle Nazioni Unite per la stabilità dell’area del Corno d’Africa. Di questi, 40 milioni sono destinati all’emergenza, mentre 30 andranno allo sviluppo.

Il sostegno di Islamic Relief di oltre 18 milioni di dollari all’emergenza nel Corno d’Africa

Islamic Relief annuncia oltre 18 milioni di dollari in sostegno all’emergenza nel Corno d’Africa. L’impegno di Islamic Relief proviene da generose donazioni da parte del pubblico e dei nostri sostenitori in tutto il mondo, e amplierà il nostro lavoro attuale per fornire aiuti, tra cui assistenza sanitaria, nutrizione e denaro, alle persone in Somalia, Etiopia e Kenya.

La risposta alla siccità di Islamic Relief nella regione ha finora aiutato 496.000 persone fornendo cibo e denaro, migliorando l’approvvigionamento idrico, vaccinando il bestiame per proteggerlo dalle malattie e formando operatori sanitari per curare i bambini malnutriti.

Islamic Relief chiede ai donatori di assumere impegni pluriennali e flessibili in modo che le agenzie umanitarie possano pianificare un sostegno a lungo termine e adattarsi efficacemente alla situazione in evoluzione. Gli impegni dovrebbero essere dispersi rapidamente piuttosto che attendere fino alla fine dell’anno, al fine di massimizzare l’impatto.

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