Al G7,

Noi, movimenti e popoli del Sud e del Nord del mondo, ribadiamo la nostra richiesta urgente e di lunga data affinché il G7 fornisca ai paesi in via di sviluppo finanziamenti adeguati, incondizionati, nuovi e aggiuntivi, pubblici e che non creino debito. Ricordiamo al G7 che il pagamento dei finanziamenti per il clima è un obbligo basato sulle loro emissioni storiche e continuative, rendendoli i più responsabili del cambiamento climatico e dei suoi impatti. Si tratta inoltre di un impegno giuridicamente vincolante ai sensi della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.

Ci rifiutiamo di accettare la scusa che i paesi del Nord del mondo non abbiano fondi pubblici adeguati per fornire i trilioni necessari per far fronte ai loro obblighi. Nel 2022, i paesi del G7 hanno speso oltre 1 trilione di dollari per finanziare guerre e conflitti. Solo dal 2020 al 2021, i paesi del G7 hanno impegnato un totale di 316 miliardi di dollari in sussidi pubblici per i combustibili fossili. È ampiamente in potere dei governi del Nord del mondo reindirizzare questi fondi per lo sviluppo e la finanza climatica e raccoglierne di più tassando le loro élite e aziende – molte delle quali sono i maggiori profittatori e inquinatori globali – per raccogliere fondi per la finanza climatica.

Chiediamo che il G7 dia priorità alle discussioni sui finanziamenti per il clima nel prossimo cinquantesimo vertice. Lo scorso aprile a Torino, i ministri del G7 per il clima, l’energia e l’ambiente hanno chiesto “un’azione urgente e rafforzata a tutti i livelli, in tutti i settori e in tutti i paesi per realizzare la trasformazione verso economie a zero emissioni nette, circolari e rispettose della natura”. Ma questo appello suona vano senza la fornitura di adeguati finanziamenti per il clima da parte del G7.

Il G7 deve adottare misure immediate per fornire finanziamenti per il clima che siano:

1) gli investimenti pubblico-privati ​​non dovrebbero e non possono sostituire la finanza pubblica che è vitale per l’azione per il clima;

2) adeguato – basato sulle esigenze dei paesi in via di sviluppo;

3) libero da condizionalità che violano l’autodeterminazione dei paesi in via di sviluppo;

4) nuovi e aggiuntivi rispetto ad altri impegni finanziari permanenti dei paesi sviluppati, come l’assistenza pubblica allo sviluppo.

Il G7 deve pagare i trilioni che deve sotto forma di sovvenzioni, invece che di prestiti che devono essere ripagati con interessi, poiché i prestiti sono contrari al principio alla base di tale obbligo.

Ogni momento di ritardo si traduce in perdite e danni che causeranno immense sofferenze umane e costeranno più denaro a lungo termine. Le recenti disastrose inondazioni a Dubai e nel sud del Brasile ci ricordano che la fornitura di finanziamenti per il clima non è mai stata così urgente.

È giunto il momento che il G7 mantenga gli attuali impegni assunti nell’ambito dell’UNFCCC. Con l’avvicinarsi della scadenza per il nuovo obiettivo collettivo quantificato, è giunto il momento che il G7 aumenti i propri impegni e fornisca un importo di gran lunga superiore alla promessa mancata di 100 miliardi di dollari all’anno.

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